domenica 30 settembre 2012

IL PUNTO G ESTISTE, MA NON TUTTE LE DONNE CE L'HANNO

Il punto G è uno dei misteri più discussi del corpo femminile. Ora, uno studio pubblicato sul tema promette di svelarlo: il famigerato «punto G» esiste.
LA NUOVA RICERCA - Ne è sicuro Adam Ostrzenski dell'Institute of Gynecology di St. Petersburg in Florida, che sostiene di avere anatomicamente isolato e descritto, per la prima volta, il «fulcro» del piacere femminile. Lo studioso americano, dopo aver dedicato diversi anni della sua vita nel cercarlo, sostiene che il punto G esiste e si trova «tra apparato genitale e urinario e forma un angolo di 35 gradi con la parete laterale dell'uretra». Il lavoro di individuazione del tessuto, svolto sul corpo di una donna deceduta a 83 anni, se confermato dalla comunità scientifica, sarebbe la prima conferma anatomica della sua esistenza. Adam Ostrzenski svela anche le dimensioni e la composizione del punto G: lunghezza 8,1 millimetri, larghezza da 3,6 a 1,5 mm, altezza 0,4 mm, un tessuto estendibile fino a oltre 30 mm che somiglia a quello erettile (il tessuto cavernoso) dei genitali maschili e del clitoride.
MEZZO SECOLO DI RICERCA - Il «punto Grafenberg» fu così chiamato per ricordare il ginecologo tedesco Ernst Grafenberg, che per primo lo descrisse oltre 50 anni fa, situandolo sulla parete frontale della vagina a un'altezza di circa due centimetri e mezzo. Ricercatori inglesi del King's College di Londra avevano in passato negato l'esistenza della zona, definendola un semplice mito alimentato da riviste e terapisti sessuali. Ma nel 2008 Emmanuele Jannini, docente di Sessuologia medica dell'Università dell'Aquila, aveva annunciato di avere avvistato, per primo, il misterioso tessuto che apre alle gioie dell'orgasmo vaginale: nel suo studio la presenza a livello anatomico del punto G era stata osservata su un campione di donne con un semplice strumento di uso routinario nella diagnostica, l'ecografia transvaginale, e riportata sul Journal of Sexual Medicine, la stessa rivista su cui oggi pubblica Ostrzenski.
FORSE NON TUTTE LE DONNE CE L'HANNO - Ma, pur essendo ampiamente documentato ed esaustivo, lo studio di Adam Ostrzenski non risponde a tutti i dubbi (scientifici e popolari) sull’argomento: resta da chiarire se questo ispessimento responsabile del piacere sessuale femminile sia presente in tutte le donne e se si trovi sempre nella medesima posizione. Stesso quesito presente anche nello studio dell’italiano Jannini, che documentava la presenza del punto G solo in una parte del campione osservato, non a caso le donne capaci di orgasmo vaginale. Resta da capire anche quanto influisca la «variabile nervosa», ossia se in alcuni soggetti sia più sensibile perché più fittamente innervato rispetto ad altri.

sabato 29 settembre 2012

L'AUTOPALPAZIONE DEL SENO





L'autoesame del seno (osservazione e palpazione) non sostituisce certo la visita senologica, tanto meno la mammografia o l'ecografia del seno. Si tratta di un abitudine intima e personale che permette di tenere sotto controllo il benessere del proprio corpo.


 Perché praticare l'auto palpazione del seno?

L'autoesame del seno è, prima di tutto, un modo per conoscere meglio i propri seni, la loro anatomia, consistenza e particolarità.

È infatti importante che ogni donna conosca alla perfezione le caratteristiche del proprio seno, in modo da poter notare immediatamente ogni minimo cambiamento (rigonfiamenti, perdite... ) e, in tal caso, farsi visitare da un medico.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di cisti benigne, mastosi (soprattutto dopo i 40 anni) o adenofibromi (soprattutto prima dei 30) che bisognerà tenere sotto controllo.

L'autopalpazione del seno non deve essere vissuto come un momento ansiogeno, ma piuttosto come un gesto di prevenzione che testimonia una partecipazione volontaria al proprio bilancio medico.


 Autoesame e cancro

Una mano esperta riesce al massimo a reperire la presenza di noduli di 1 cm, la mammografia invece può arrivare a trovare lesioni allo stadio iniziale, di dimensioni di addirittura 2-3 cm. La mammografia dopo i 40 anni, e ancora di più dopo i 50 anni, resta l'esame privilegiato per diagnosticare il cancro al seno.


 Quando fare l'esame?

L'ideale è praticare l'autopalpazione tutti i mesi, ma è già una gran cosa se si riesce a farlo correttamente almeno una volta ogni 2 o 3. Questa dev'essere fatta quando il seno è morbido, e cioè 2 o 3 giorni dopo la fine del ciclo mestruale.

Durante la menopausa non c'è un momento consigliato, ma è bene comunque praticarlo a scadenze regolari (all'inizio del mese, per esempio). Si dovrebbe iniziare verso i 20 anni e continuare per tutta la vita, visto che i rischi di cancro al seno non diminuiscono con l'avanzare dell'età.

>> Come procedere? Inizia con un'attenta osservazione del busto davanti allo specchio:
Osserva se ci sono cambiamenti nelle dimensioni e nella simmetria dei seni.
Poi sporgi il busto leggermente in avanti. Alza e abbassa le braccia verso avanti: osserva il contorno dei seni, non ci dev'essere nessuna deformazione o irregolarità localizzata.

La palpazione propriamente detta si fa però in posizione supina, mettendo un cuscino sotto le spalle:
Appoggia la mano destra sul seno sinistro. Fai dei piccoli movimenti circolari facendo roteare il seno da entrambi i lati. È inutile premere, ma si raccomanda di 'passare' su tutta la superficie del seno.
Palpare anche le ascelle, cercando eventuali cambiamenti di volume. Se non sei sicura, non esitare a chiedere al tuo medico di mostrarti come fare.

IL POTERE DELLA MUSICA



Il potere della musica può rasserenare il nostro animo, risvegliare la nostra forza di volontà, stimolare la nostra concentrazione , migliora le funzioni intellettuali
La musica è energia
La fisica ha dimostrato che la materia stessa è una forma di energia. Anche la musica è un’energia e come tutte le energie ha una sua lunghezza d’onda ed una frequenza. Come tale, agisce direttamente con gli altri campi energetici che incontra.
Quali effetti può avere la musica sull’ uomo e sulle sue malattie ?

Quali sono gli elementi che caratterizzano la musica e che ne giustificano l’effetto sull’ organismo?

Ogni musica ha un’influenza differente in base al genere e alla tipologia.
Le caratteristiche uniche di ogni musica e nota musicale.
Ogni melodia è caratterizzata dalla combinazione di cinque elementi: il ritmo, il tono, la melodia, l’armonia e il timbro.

- Ritmo: è il più potente e dagli effetti immediati: il ritmo della musica più attivare e stimolare il nostro corpo, incrementando l’attività cardiaca, la temperatura corporea oppure calmare . La nostra vita ha dei ritmi vari molto complessi che sono frutto di alternanza di emozioni e sentimenti. Tutti questi stati sono ampiamente sensibili alla musica e al suo ritmo. Trovato ad ascoltare di tamburi sicuramente potete provare sulla vostra pelle sul vostro cuore la potenza del ritmo.

- Tono: ogni suono, ha una specifica frequenza vibrazionale. E ogni vibrazione ha una sua influenza sulla nostra psiche sul nostro fisico.

- Melodia: rappresenta la combinazione del ritmo e dei toni e la melodia che produce il motivo di una canzone. Ogni melodia di per sé, esprime un’emozione.

- Armonia: l’armonia è il prodotto finale delle varie note e dei vari strumenti . il risultato finale può essere armonico o disarmonico, e sarà questa l’influenza che aveva su di noi.

- Timbro: è rappresentato soprattutto dalla voce umana.

Effetti della musica sull’uomo ( scientificamente dimostrati ).

È stato ampiamente verificato a livello accademico che musiche differenti, possono avere effetti diversi sulla mente e sulla psiche. Ma l’influenza non si limitano solo ad aspetti psicologici benché sia innanzitutto la psiche ad influenzare il corpo.

Esiste una correlazione diretta tra musica cuore e sistema circolatorio: la musica è un pacemaker naturale : a seconda della sua velocità il cuore stesso si adatta aumentando o diminuendo le pulsazioni. Più è veloce il ritmo è più batti in fretta il cuore, più è lento il ritmo e più lentamente batte il cuore.
La correlazione presente a livello del cuore è ampliata a livello della temperatura corporea: musica rilassante favorisce il suo abbasamento, mentre musica compulsiva e favorisce un accrescimento.
E’ Stata verificata un’ azione diretta di alcuni generi musicali sulle onde cerebrali, che favoriscono la sintonia tra corpo e mente.
Sui luoghi di lavoro è stato dimostrato che la musica riduce i livelli di stress e tensione. Esistono specifiche generi adatti alla diffusione in specifici luoghi come ospedali centri commerciali fabbriche. Sì è anche potuto osservare un aumento della produttività.
L’ effetto della musica rilassante, meditativa e new age
- E’ in grado di stimolare il sistema immunitario, favorendo la produzione di linfociti.
- La Musica rilassante è in grado di modificare la risposta ormonale allo stress tramite la produzione di endorfine. Alcune ricerche condotte in reparti di terapia intensiva hanno dimostrato che la musica classica ascoltata per mezz’ora produce lo stesso effetto di un sedativo. Ancor più significativo è il fatto che questi risultati sono stati ottenuti su pazienti incoscienti. 

- La Musica rilassante favorisce la forza muscolare e l’elasticità dei muscoli. La tensione muscolarediminuisce, liberando la pressione esercitata a carico delle articolazioni.


- La musica può influenzare il nostro appetito: se volete mangiare di meno è sufficiente che durante il pranzo ascoltiate della musica classica. L’effetto contrario è dato da musica veloce e allegra. Quest’ultima stimola maggiormente il consumo e la velocità del pasto. Guarda caso, si andate in qualche catena di fast-food come McDonald, è proprio il genere di musica utilizzato.


Il Potere curativo della musica.
 Il potere della musica può rasserenare il nostro animo, risvegliare la nostra forza di volontà, stimolare la nostra concentrazione , migliora le funzioni intellettuali e ci consente meditazioni più profonde stimolando al contempo la creatività.

la musicoterapia in sé, è uno strumento potente, ma può diventare ancora più efficace se abbinata ad una visione più ampia. Una sana alimentazione,una moderata attività motoria, se associati a pratiche di meditazione, possono avere una forte influenza sulle sensazioni che proviamo durante una malattia, o semplicemente nella routine quotidiana. L’ansia, la sofferenza,diminuiscono.
Il nostro essere esci rinvigorito e ha maggiori probabilità di superare un evento traumatico sia di carattere fisico sia di carattere psicologico.




venerdì 28 settembre 2012

DIETA DUKAN: I PRO E I CONTRO


La Dieta Dukan, ideata dal francese Pierre Dukan, è molto famosa e utilizzata da molte donne dello spettacolo e non solo.

Tra le ultime che l’hanno fatta e che hanno avuto dei risultati molto visibili è stata Kate Middleton, la neo sposa del principe William, che ha seguito questo regime alimentare per prepararsi alla sue nozze regali. E in effetti non si poteva certo dire nulla al suo fisico.

Nel giro di alcuni anni, la dieta del Dott. Dukan è diventata un must nel mondo dei regimi alimentari. Con il suo metodo, il medico propone una perdita di peso rapida e senza alcun pericolo. Basata sul consumo di proteine, questa dieta sembra mantenere le promesse, per lo meno seguendola alla lettera. Eppure, non è immune dal rischio di carenze alimentari, allo stesso modo delle diete iperproteiche.


In cosa consiste la dieta Dukan?

Un programma chiaro, un elenco allettante di alimenti consentiti, risultati fin dai primi giorni e una risposta duratura ai problemi dipeso: il metodo Dukan ha di che sedurre. Tuttavia, questa dieta iperproteica presenta alcuni inconvenienti.

Il regime Dukan si basa su una fase di attacco costituita da alimenti ricchi di proteine, mentre gli altri alimenti vengono reintrodotti progressivamente. Per ciascuna fase, il Dott. Dukan ha redatto un elenco di alimenti autorizzati. Non esiste il concetto di quantità: le "Dukaniane", questo è l'appellativo che si attribuiscono sui forum le seguaci di questa dieta, mangiano a sazietà! I rischi per la salute sono ridotti e la massa muscolare si rafforza. Questa dietaimpone di bere molto e di limitare il consumo di sale: due regole da rispettare "a vita" per mantenere la linea: una giornata di dieta proteica pura alla settimana e tre cucchiai da minestra di crusca al giorno (un alimento che riduce l'assorbimento di calorie).

Nota bene: questa dieta non è adatta ai diabetici o alle persone con problemi cardiaci o renali. È molto difficile da seguire per i vegetariani. È invece adatta alle donne incinta e alleadolescenti.

I vantaggi del metodo dimagrante Dukan
Seguono alcuni vantaggi della dieta Dukan:
un quadro preciso accuratamente descritto nel libro "Je ne sais pas maigrir";
una perdita di peso assai rapida e gratificante;
nessuna sensazione di fame;
un elenco abbastanza esaustivo degli alimenti autorizzati;
un libro di ricette pratiche e golose;
una soluzione duratura per il mantenimento del peso corporeo.
Gli svantaggi del metodo dimagrante Dukan

Gli inconvenienti della dieta Dukan sono di diversi ordini:
una prima fase difficile dal punto di vista gustativo;
esistono gli stessi rischi di carenze di vitamine e minerali delle diete iperproteiche: occorre quindi prevedere l'utilizzo di integratori alimentari;
un rischio di aumento del colesterolo da tenere sotto controllo;
possibilità di avvertire piccoli fastidi: costipazione, alito pesante, secchezza delle fauci,stanchezza;
rischio di stanchezza conseguente al grande consumo di proteine;
risultati meno sorprendenti per coloro che mirano a una scarsa perdita di peso (inferiore a 5 chili);
rischio di ripresa rapida del peso come conseguenza della rapida perdita;
stanchezza provocata dalla velocità di perdita del peso;
la dieta manca di lipidi, in particolare quelli di origine vegetale.

Anche se questa dieta dimagrante può fare al caso vostro, resta il fatto di prestare attenzione al rischio di carenze alimentari.

LADY GAGA: BULIMIA E ANORESSIA

Lady Gaga dichiara online di aver sofferto per anni di disturbi alimentari e annuncia anche la nascita di un movimento, A body revolution 2013. Lanciato sempre sul suo blog, punta a stimolare il dibattito sui disturbi alimentari e a convincere i fan ad accettarsi e mostrarsi così come sono.
"Hey ragazzi, sono Gaga. La rivoluzione del corpo è iniziata. Siate coraggiosi e postate una foto che celebri il trionfo delle vostre insicurezze".
. "Ho avuto un difficile rapporto con il peso fin da quando ero bambina. Il mio fidanzato mi preferisce più in carne. Quando mangio e sono in salute e quando non mi preoccupo troppo del mio fisico, sono felice. Più felice di sempre (..) Voglio che anche voi siate orgogliosi del vostro fisico". Nelle foto, la popstar appare solo con la biancheria intima addosso. E una didascalia che è migliore di qualsiasi altra parola: "Anoressia e bulimia dall'età di 15 anni". 

Lady Gaga bulimia e anoressia








domenica 23 settembre 2012

TIMIDI O INTRAPRENDENTI? DIPENDE DAL CERVELLETTO

Timidi o intraprendenti? Dipende dal cervelletto
Avidi di novità e pronti ad esplorarle, temerariamente proiettati verso l'esterno, o timorosi, prudenti e timidi? Due tipologie di temperamento opposte, che oggi sappiamo dipendere dalla grandezza del cervelletto. La prima categoria ce l'ha particolarmente sviluppato, la seconda di dimensioni sensibilmente minori. Almeno questo è il risultato di uno studio realizzato da ricercatori dell'I.R.C.C.S. Fondazione S. Lucia e dell'Università "Sapienza"di Roma che "certifica" come il cervelletto giochi un ruolo chiave nella determinazione e delle differenze individuali di personalità.

Fino ad ora si era ritenuto che questa parte del cervello fosse implicata sostanzialmente nelle funzioni motorie e cognitive, e più recentemente in quelle affettive, ma non era mai stata associata alla personalità. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping, affronta questa per la prima volta questa relazione.

I ricercatori hanno raccolto dati da un campione molto ampio di soggetti sani, combinando tecniche di neuro-immagine e informazioni ottenute dalla "Scala di temperamento e carattere" di Cloninger, padre del "modello bio-psico-sociale" della personalità secondo il quale, mentre il carattere è influenzato dal contesto ambientale ed educativo, il temperamento è determinato dai geni. A livello di temperamento, i profili sono due: quello della "novelty seeking", ovvero la predisposizione a ricercare ed esplorare la novità, e quello dell' "harm avoidance", ovvero l'inclinazione ad essere cauti ed inibiti. Queste due diverse impostazioni guidano le nostre risposte agli stimoli ambientali.

La ricerca ha dimostrato che chi ha una maggior tendenza all'esplorazione ed è molto incuriosito dalle novità, possiede anche un cervelletto dal volume più grande. Al contrario, chi ha la tendenza ad essere preoccupato, timido, riservato e timoroso di tutto ciò che è inusuale, possiede un cervelletto dal volume più piccolo.

"Nell'investigare da un punto di vista strutturale le regioni cerebrali più probabilmente associate ai diversi stili di personalità - spiegano i ricercatori nel paper - una questione preliminare è essere quella di determinare come le strutture, specificatamente in termini di volume, possano essere collegate alle funzioni. La domanda è: un volume più grande della media di una determinata area può significare maggior potenza per svolgere specifiche funzioni?".

In questo caso la risposta è si. Infatti il cervelletto, che sa guidare l'esplorazione in ambienti nuovi, permette un rapido passaggio da un compito ad un altro e supporta un veloce adattamento alle situazioni che cambiano, sembra essere correlato - per quel che riguarda il suo volume - con un tratto della personalità caratterizzato proprio da una maggior enfasi su questi aspetti.

Insomma, un soggetto caratterizzato da uno spiccato comportamento di ricerca del nuovo in tutte le sue forme, che di continuo cerca situazioni non familiari e volentieri esplora ambienti mai visti, richiede al suo cervelletto un grande impegno, cosa che potrebbe portare ad allargarne il volume. Al contrario, uno caratterizzato da un comportamento preoccupato e ansioso nei riguardi di tutto ciò che non conosce, inibito e riservato, richiede al suo cervelletto poco impegno, cosa che - concludono gli autori - potrebbe arrivare a rimpicciolirlo.